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La normativa

Via libera dell'Ue alla Nature Restoration Law, ma l'Italia vota contro

Via libera dell'Ue alla Nature Restoration Law, ma l'Italia vota contro
(afp)
L'Unione europea approva le norme per il ripristino della natura. Oltre all'Italia hanno votato contro Paesi Bassi, Polonia, Austria, Finlandia, Belgio e Svezia. Ventuno gli Stati a favore. Il WWF Italia: "Inspiegabile la posizione del nostro governo"
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Il Consiglio Affari Energia dell'Ue, riunito a Lussemburgo, ha adottato a maggioranza qualificata l'approccio generale sul regolamento per il ripristino degli ecosistemi, la Nature Restoration Law. Gli Stati membri sono pronti a negoziare con l'Europarlamento, una volta che gli eurodeputati abbiano raggiunto una posizione comune. Hanno votato contro Italia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Svezia. I Paesi a favore sono stati 21.
 

Gli obiettivi della Nature Restoration Law

  • aumentare la biodiversità
  • proteggere le azioni benefiche della natura come la pulizia di aria e acqua, l'impollinazione, la protezione dalle inondazioni e la limitazione del riscaldamento globale al di sotto della soglia di +1,5° C stabilita dagli Accordi di Parigi.
  • rafforzare la resilienza e l'autonomia strategica dell'Europa prevenendo le catastrofi naturali e riducendo i rischi per la sicurezza alimentare.


Il WWF Italia lo definisce "un passo avanti" seppure con qualche riserva. "Se la Nature Restoration Law è riuscita a sfuggire al rischio di essere bloccata dalla Commissione Ambiente del Parlamento Europeo la scorsa settimana, oggi gli Stati Membri hanno dimostrato ai gruppi parlamentari di opposizione che c'è sia la volontà che la necessità di ripristinare la natura in Europa. Questa decisione è fondamentale, alla luce degli impegni sottoscritti per la Strategia Globale sulla Biodiversità e degli obiettivi sul clima all'interno del Green Deal, dato che l'Ue rischia di non riuscire a raggiungerli senza questa nuova legge".

"Va però registrato - prosegue il WWF Italia - come italiani la profonda delusione per il voto contrario dell'Italia attraverso il Ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. È inspiegabile la posizione dell'Italia che, essendo uno dei Paesi a più alta biodiversità di tutta l'Europa, dall'entrata in vigore della Nature Restoration Law potrà avere effetti positivi, non solo per la natura e l'ambiente, ma anche per la stessa economia. Quella espressa dal governo è una scelta politico-ideologica che contrasta con gli interessi del nostro Paese".

"Anche l'Italia - si legge nella nota del Mase - ritiene che il regolamento uno strumento cruciale per arrestare la perdita di biodiversità e affrontare il cambiamento climatico con il suo impatto su società ed economia. Ci siamo impegnati nel negoziato perché il testo, nel rispetto della portata innovatrice del regolamento, possa essere efficace ed attuabile, garantendo la necessaria flessibilità agli Stati membri". Tra i motivi enumerati dal ministro Pichetto per cui il testo non è stato considerato soddisfacente "le deroghe sulle energie rinnovabili, gli obiettivi di ripopolamento dell'avifauna, il tema delle risorse finanziarie, che devono essere chiarite e rese disponibili prima dell'entrata in vigore".


Il nuovo regolamento, spiegano dalla Lipu, che partecipa alla campagna #RestoreNature e assieme ad altre 27 associazioni ambientaliste ha sottoscritto una lettera al ministro per l'Ambiente e la Sicurezza Energetica, "permetterà un intervento massivo sulla natura del continente e in special modo sugli habitat minacciati e sofferenti: le zone umide, i fiumi, le praterie, gli ambienti agricoli, il mare. Permetterà cioè un'opera di restauro che mai prima d'ora era stata progettata e che potrebbe davvero cambiare il corso della storia della conservazione, europea e mondiale".

Il WWF Italia spiega i nodi ancora da sciogliere: "Il testo approvato risulta un po' indebolito rispetto all'impianto originario: sarà compito della presidenza spagnola, che avrà inizio il 1° luglio 2023, farsi portavoce di obiettivi ambiziosi per la Nature Restoration Law, lavorando sulla posizione adottata oggi ed evitando ulteriori indebolimenti nei successivi passaggi. Auspichiamo che gli europarlamentari italiani, chiamati a metà luglio a votare la legge, vorranno assumere una posizione diversa (da quella espressa oggi dal Mase, ndr), più in linea con l'Europa e con la storia del nostro Paese".