Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi
I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi. Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.
I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.
I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.
I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.
Skip to main content

Augias, Scurati, Vecchioni: il suprematismo eurocentrico diventa cabaret

Socrate, Spinoza, Cartesio e, ancora, Hegel; addirittura Marx: voi, miseri beduini, che vi lamentate tanto perché 16 mila anni fa vi si tagliava la testa nelle miniere del Congo Belga e si infilava su un palo per spaventare le cornacchie, ce li avete avuti? Su, citami lo Shakespeare della Guinea Bissau, il Pirandello dell’Indocina, il Leopardi della Ande: sapete una sega voi, popo’ di lanciatori di banane!

Fino a poco tempo fa, se una qualsiasi persona sprovvista di certificazione dell’ASL si fosse pronunciata in questo modo, sarebbe stata sommersa di insulti ed esposta alla gogna mediatica; sabato scorso, invece, è stata osannata da una moltitudine di ultra settantacinquenni prelevati dalle RSA dalla Coop in cambio di un maxi sconto sul prossimo acquisto di pannoloni monouso. Il palco della manifestazione dei Repubblichini è stata una vera e propria apoteosi di suprematismo eurocentrico, manco fossimo a metà dell’800, una sfilata di vecchi maschi bianchi appartenenti alle finte élite finto-democratiche e finto-progressiste che facevano esattamente quello che i vecchi rincoglioniti hanno sempre fatto: inventarsi un passato idilliaco messo a repentaglio da immaginarie invasioni barbariche. Non poteva che finire così; lo diciamo da anni: l’uomo bianco ha dominato il pianeta per 5 secoli, si è macchiato di ogni forma di crimine e, attraverso il crimine e la violenza, ha rapinato tutti gli altri. E, grazie a questa rapina sistematica, ha nutrito dinastie di Vecchioni, di Serra, di Augias e di Scurati, ai quali veniva concesso il lusso di non lavorare nemmeno mezza giornata in tutta la loro vita in cambio di un po’ di propaganda sulla superiorità del giardino ordinato; e ora che i barbari alla favoletta del giardino ordinato hanno deciso di non prestare più nessuna attenzione, con la complicità di mix di farmaci non sempre dosati alla perfezione (perché non ci sono più le badanti di una volta) non possono che sbroccare male e sparare minchiate orientaliste a casaccio.

C’è una cosa, comunque, che contraddistingue il suprematismo di Vecchioni da quello della destra di governo: loro sono rimasti agli anni ‘70 e ce l’hanno con tutti quelli che allora venivano considerati sottosviluppati e che ora pretendono di sedersi a tavola con i popoli civili; Vecchioni, invece, è rimasto proprio a fine ‘800 e negli incivili ci include anche gli statunitensi. “La cultura è nostra” dice di noi europei; “Loro”, cioè gli statunitensi, “non sanno cosa sia”. Della serie: quando noi portavamo la civiltà nell’America Latina a suon di stermini, questi erano ancora nelle galere inglesi, ‘sti zoticoni! Quello di Vecchioni non è suprematismo occidentalista, come quello ostentato da Meloni e soci; è proprio il più classico degli eurocentrismi, la testimonianza specchiata di una civiltà ormai inesorabilmente decaduta, auto-relegata ai margini della storia e che sa solo farfugliare frasi sconnesse e luoghi comuni su come lo schiavista avrà pure i suoi difetti – nessuno lo nega – ma vuoi mettere la sua proprietà di linguaggio? Vuoi mettere la conoscenza del galateo?

E chi c’è che incarna meglio il galateo e le buone letture del buon vecchio Corradone Augias? Al suo cospetto, anche i reali inglesi sembrano dei parvenu; d’altronde, come diceva il buon Luciano de Crescenzo, “Quando voi vivevate ancora sugli alberi e vi dipingevate la faccia, noi eravamo già froci”. Per l’occasione, Augias s’è improvvisato addirittura stratega geopolitico perché si sa: quando hai una solida formazione umanistica alla base, ti puoi occupare un po’ di tutto. Augias ci avverte che è in corso uno scontro globale e che questo scontro globale, ovviamente, non ha niente a che vedere con la rivolta degli schiavi; non c’è nessun impero da abbattere: è solo uno scontro tra 3 selvaggi dello stesso livello “per il possesso del mondo” e visto che i selvaggi – cioè tutti gli altri, perché non sono europei, e quando noi eravamo già froci vivevano sugli alberi (e, in buona parte, ci vivono ancora) – si scannano per imporre il loro dominio sul resto del mondo con la violenza, noi che dobbiamo fare? Armarci fino ai denti e fare in modo che i selvaggi che si scannano per il dominio del mondo, invece che 3, diventino 4! Non so se è chiaro: cioè, anche facendo finta che il suprematismo eurocentrico sia una prospettiva legittima e non un crimine qual è, come ogni fondamentalismo nazionalista, la brigata RSA che conduce la piazza dei Repubblichini, come inevitabile, ha problemi proprio con la logica di base. Io sono buono e civile, gli altri sono cattivi e buzzurri: non dico “mi devo organizzare per evitare che il mondo cada in preda alle faide tra cattivi e buzzurri”; dico che devo diventare cattivo e buzzurro pure io e spartirmi il mondo con loro: “Possiamo essere il quarto protagonista di questo scontro titanico” dice Augias.

L’intervento di Corradone, però, alla fine un pregio ce l’ha, perché lui, tutto sommato, che né lui, né tutti quelli che lo stanno ascoltando ci stanno a capi’ un cazzo a un certo punto lo ammette: “C’è una parte di ingenuità in voi”, dice; anzi, in noi, in noi “che stiamo qui ad entusiasmarci per un’idea astratta, imprecisa, vaga”. Insomma: per una puttanata. Però, dice Augias, se questa puttanata la accompagniamo con “uno slancio vitale, un entusiasmo, una fiducia”, allora il futuro ci sorriderà: cioè, non importa se quello che dico è una puttanata; l’importante è crederci. Almeno qui, tra di noi; tanto, chi ce s’encula? Non è che stiamo a fa’ sul serio. E lo dice proprio: noi spariamo un po’ di minchiate random, ma “poi, certo, verranno i politici, quelli che sanno come aggiustare le cose”; altro che la piazza che sposta la politica! Dubito che Augias lo dica con una lucidità che mi pare evidente non abbia, ma involontariamente coglie lo spirito profondo di quella piazza, l’utilità che ha fatto sì che pezzi consistenti di potere l’abbiano convocata e sostenuta; quella piazza deve assolvere il ruolo che da 30 anni è del centrosinistra: riempire di puttanate random le masse confuse degli ex militanti dei partiti e delle organizzazioni del lavoro e consegnarle all’ordoliberismo guerrafondaio e classista dell’élite tecnocratica europea. E’ così che questa gente – consapevole, o meno, che fosse – si è guadagnata un lauto stipendio negli ultimi 30 anni, né più, né meno.

E, quindi, non poteva mancare il più cringe in assoluto dei cantori di quell’élite tecnocratica: Antonio Scurati; ve lo ricordate? “Esimio presidente Draghi”, scriveva nel luglio 2022 subito dopo le dimissioni di San Mario Draghi da Goldman Sachs, “lei ha bruciato le tappe di una carriera formidabile. Ha retto le sorti di una nazione e di un continente, le ha tenute in pugno con il piglio del dominatore, sorretto da una potente competenza, baciato dal successo, guadagnando un posto di tutto rispetto nei libri di storia”; ora, implorava Scurati, “le chiedo di umiliarsi”, “di scendere a patti con la miseria morale che accompagna la condizione umana dei politicanti”, che è “mortificante per tutti”, e di “rinnovare la sua disponibilità a governare il Paese”. Raggiungere di nuovo quelle vette è complicato anche per un virtuoso come il nostro amatissimo figlio di M, però apprezziamo il fatto che comunque c’ha provato. Antonino ha provato a fare un elenco di tutte le cose che noi europei, secondo lui, non siamo; e prima di tutto, dice, “Non siamo gente che invade Paesi confinanti, o che rade al suolo le città” che, però, non mi convince del tutto: Baghdad, tipo, non è una città? E Kabul? Ci sarà un misunderstanding su cosa è una città o cosa no! Ma allora Belgrado? Fossero stati Augias o Vecchioni avrei pensato alla demenza senile, che ci sta, ma Scurati è pure abbastanza giovane: com’è possibile che si sia confuso cos’ tanto? Antonino, poi, sottolinea che “Noi non massacriamo e torturiamo civili con gusto sadico”: tendenzialmente, lo facciamo fare agli altri, tipo quando aiutiamo gli USA a fare arresti extra-giudiziari sul nostro territorio; però, dice Scurati, perlomeno noi non tagliamo finanziamenti ad associazioni umanitarie, a parte quando abbiamo tagliato i finanziamenti all’UNRWA nel bel mezzo di un genocidio, rendendoci potenzialmente complici agli occhi della Corte di giustizia internazionale. Intendiamoci, dice Scurati, son tutte cose che abbiamo fatto anche noi, eh? Ma 80 anni fa, quando molti, troppi italiani erano fascisti; mica come ora: ora sono 80 anni che abbiamo smesso di farlo! Ciao, sono la patria italiana e oggi sono 80 anni che non bombardo una città e non torturo un civile.

Comunque, in realtà, non sarebbe così da scherzare, eh? Cioè, noi qui pensiamo che per questa gente scendere sul piede di guerra, chiedere più armi, ricordare la superiorità della nostra civiltà rispetto al mondo di beduini che ci circonda e invocare il ritorno dello spirito guerriero nei nostri giovani per vederli crepare al fronte mentre fanno paralleli letterari dottissimi con la letteratura di inizio secolo scorso in qualche salotto televisivo, sia una scelta facile, da fare a cuor leggero: niente di più falso! Ce lo ricorda Elsa Fornero su La Stampa; d’altronde, chi meglio di lei? Lei che, già in passato, mentre annunciava agli italiani che avrebbero potuto smettere di lavorare soltanto da dopo morti, si lasciava travolgere dall’empatia e dalla commozione in mondovisione? E, anche a questo giro, lo strazio non è da meno: Il riarmo è una ferita, titola il suo corsivo, ma serve a stare uniti; Elsa ci tiene a raccontarci che uno dei suoi nipoti sta andando a fare uno scambio scolastico con Monaco, che è veramente una cosa interessantissima, un aneddoto avvincente che serve per sottolineare quanto ormai siamo tutti uniti. D’altronde, l’aveva sottolineato anche Corrado Formigli dal palco dei Repubblichini: per lui l’Europa era l’Erasmus a Londra; che originalità! Che capacità di cogliere le contraddizioni principali di un’epoca! Elsa fa tutto ‘sto smandruppamento di palle sul noiosissimo scambio del nipote per giocare di nuovo la solita carta della nonna comune dal cuore umile e arrivare a dire che sì, al Parlamento europeo anche lei avrebbe votato per ReArm Europe, ma “con una spina nel cuore”, proprio come le pensioni. Ma proprio per esorcizzare questa spina nel cuore, poi, “Se fossi stata sabato a Roma sarei stata in piazza con la bandiera europea”; forse meglio che non c’eri, allora, che nella gita di gruppo dell’RSA coi punti della Coop, qualcuno che (grazie alla tua riforma) in pensione c’è andato dopo con meno soldi, c’è e, magari, delle tue lacrime di coccodrillo non gliene po’ frega’ de meno.

Comunque, visto che tutta sta pagliacciata era solo per far affermare a un po’ di boomer che noi europei semo noi e tutti l’artri non sono un cazzo, mi sono andato a guardare due numerini su come i selvaggi beduini stanno reagendo a terremoto Trump, e quanto so’ arretrati rispetto a noi civili europei e ai nostri 800 miliardi per riarmare l’Europa e per creare l’ennesima bolla finanziaria; e ho scoperto che, forse, se invece che guardarci l’ombelico ci guardassimo intorno, forse qualcosina da imparare ci sarebbe. Stamattina l’Ufficio statistiche cinesi ha pubblicato i dati sull’andamento dell’economia nei primi due mesi del 2025 ed è andato tutto sensibilmente meglio del previsto: per la produzione industriale era attesa una crescita del 5,3%, (che per noi è pura fantascienza); la crescita reale è stata del 5,9. Per le vendite al dettaglio era prevista una crescita del 3,8 e, invece, è stata del 4; e per gli investimenti in beni fissi, invece del +3,2 previsto, si è registrato un bel +4. Ma la cosa più interessante è che di fronte a questi dati, la Cina, che (al contrario dell’Europa) militarmente è minacciata sul serio, e da una potenza che spende in armi 3 volte più di lei, invece che buttare i soldi sul riarmo ha deciso di buttarli per far crescere salari e welfare: la Cina, infatti, per il 2025 ha previsto un aumento della spesa militare di appena il 7%, poco superiore alla crescita del PIL, e quindi manterrà il rapporto tra spesa per la difesa e PIL sostanzialmente invariato, intorno all’1,5%; l’Europa di Socrate e Spinoza, con ReArm Europe vuole arrivare al 3,5.

Quei selvaggi dei cinesi, piuttosto, pur non avendo Cartesio e Shakespeare, stanno approvando quella che il South China Morning Post definisce “il pacchetto di politiche per incrementare la spesa dei consumatori più completo che il Paese abbia mai varato negli ultimi quattro decenni”: il piano, spiega la testata di Hong Kong, mira a “rendere le persone più sicure di spendere e più stabili nelle loro aspettative”; per farlo, il governo promuove la crescita dei redditi attraverso l’incremento dell’occupazione, l’aumento del salario minimo e l’aumento delle ferie retribuite. Sono previste inoltre misure massicce per diminuire il costo che le famiglie devono sostenere per servizi di assistenza sia per l’infanzia che per le persone anziane; insomma: più salario diretto e più salario indiretto sotto forma di welfare, mentre noi tagliamo letteralmente tutto per riarmarci fino ai denti. La superiorità dell’Europa per 500 anni è stata sostanzialmente questo: una civiltà di guerra fondata sulla violenza e lo sfruttamento; non sono proprio sicurissimo che sia il caso di andarne così orgoglioso come Serra, Vecchioni e i soci Coop. E non sono sicurissimo che sia proprio una cosa da ostentare in pubblico con tutta questa arroganza; che sì, invece che per riarmarsi fino ai denti i cinesi i soldi li usano per migliorare la vita delle persone.

Ma ho qualche dubbio che l’appello allo spirito guerriero di Scurati, a questo giro, sia sufficiente per imporre la nostra civiltà decaduta agli altri con la violenza; così, a occhio, se non vogliamo diventare i pariah del mondo nuovo che, tra mille contraddizioni, sta avanzando inesorabile, questi propagandisti suprematisti sarebbe il caso di mandarli #tuttiacasa. Per farlo, visto che chi non è suprematista o rincoglionito (o entrambe le cose) una Repubblichina pagata dagli Elkann non ce l’ha, ci servirebbe come il pane un media che, invece che ribadire la superiorità dell’uomo bianco, dia voce a chi se ne frega dei bianchi, dei neri, dei grigi e dei fucsia e, molto semplicemente, sta dalla parte del 99%. Aiutaci a costruirlo: aderisci alla campagna di sottoscrizione di Ottolina Tv su GoFundMe e su PayPal.

E chi non aderisce è Roberto Vecchioni

OttolinaTV

18 Marzo 2025

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *