Notes

Io con la libertà non è che ho molta confidenza.

Io vengo da quella generazione in cui la libertà era stretta in un binario di doveri, di passi scritti prima di compierli e di silenzi.

Appartengo a quella parte di narrativa in cui a definire la libertà è ciò che è giusto, che non sempre coincide con il vero.

È così che resti poi dentro una gabbia, imprigionato in un sistema di auto assoluzione, dove la vita scorre e fa il suo e la pelle invecchia, gli occhi si stancano e intorno vedi altri trascinati dalla corrente, travolti, e sembra che tutto intorno passi, senza che tu possa coglierne il senso.

Finché sulla riva non intravedi la speranza.

Quella può essere una donna che ha il tuo taglio di capelli, un anziano che ha il tuo stesso sorriso, una bambina con i tuoi stessi occhi e dici:

- ma se scorre tutto versò giù, verso il mare, verso la fine e fermarsi è impossibile, cosa ci fanno loro lì sulla riva?

Se ti fermi a guardare davvero, capisci che non ha molto senso la corsa del fiume. Ha senso riconoscersi fuori di lì, qualsiasi cosa tu sia stato e vorrai diventare, ribellandoti per te e per gli altri.

E mentre il fiume arriva al mare, qualsiasi scelta tu abbia fatto, purchè tu l’abbia fatta perchè altrimenti il silenzio ti farà affogare prima, sentirai sussurrarti dall’acqua:

“…tutte le cose che farò

prima di morire

e la mia morte stessa

saranno pezzetti di storia,

e tutti i pensieri

che sto facendo adesso

influiscono

sulla mia storia di domani,

sulla storia di domani

del genere umano”

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