L’opacità che caratterizza i processi decisionali della NATO, ed in particolare la sua pianificazione militare a lungo termine, rappresenta una minaccia al controllo democratico a cui dovrebbe essere sottoposta l’organizzazione.

Al vertice NATO di Vilnius, che si terrà a luglio, i leader politici dell’Alleanza dovranno approvare migliaia di pagine di piani militari segreti che per la prima volta dalla Guerra Fredda indicheranno come l’organizzazione risponderà ad un eventuale attacco russo.

 

La maggior parte di questi piani è stata redatta a porte chiuse dai rappresentanti militari permanenti presso il quartier generale NATO a Bruxelles, senza alcuno scrutinio da parte degli organismi parlamentari.

Sebbene questi documenti rimangano classificati, ci viene chiesto di non sollevare obiezioni per il semplice fatto che essi sono stati revisionati dai vertici NATO e saranno approvati dai leader politici al vertice di Vilnius.

Ma, proprio perché gli obiettivi fissati in questi piani avranno un impatto significativo sui futuri sviluppi e investimenti delle forze armate nazionali, il sostegno a livello politico deve essere più ampio di una mera ratifica da parte dei capi di Stato a Vilnius.

 

Il segretario generale della NATO Stoltenberg ha invitato i leader politici ad innalzare il tetto delle spese militari a Vilnius per implementare questi piani. Il 2% non dovrebbe più essere il tetto massimo, ma la base di partenza.

 

Sebbene ci vorranno alcuni anni per implementare i nuovi piani, essi pongono la NATO e i suoi stati membri su un percorso da cui sarà difficile deviare. Ma nessuno dei 31 membri dell’Alleanza compie un esame parlamentare sistematico delle proposte NATO prima di approvarle in occasione dei vertici convocati dall’organizzazione.

 

I parlamenti sanno ben poco di ciò che avviene nei gruppi di lavoro intergovernativi della NATO, e la loro limitata conoscenza rende difficile se non impossibile controllare efficacemente il coinvolgimento dei loro governi nell’Alleanza.

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4:53 PM
Jun 4, 2023