La scuola dell’obbligo dai tre anni, come vorrebbe Letta? È la tendenza europea

La proposta del segretario Pd è stata bocciata da molti altri leader politici presenti al Meeting di Rimini. Ma oggi i bimbi che vanno alla scuola dell’infanzia sono già l’89%
La scuola dellobbligo dai tre anni come vorrebbe Letta È la tendenza europea
Klaus Vedfelt

E se la scuola dell’obbligo cominciasse a partire dai tre anni per concludersi a 18? È la proposta che è stata presentata al Meeting di Rimini dal segretario del Pd, Enrico Letta. Che ha aggiunto: «La scuola dell'infanzia sia data alle famiglie con una gratuità necessaria». Ma l’idea non è affatto piaciuta al pubblico di Comunione e Liberazione, che ha opposto un deciso: «No!». La destra politica ha parlato di sottrazione dei bambini all’educazione familiare.

Anche gli altri leader politici hanno bocciato la proposta di Letta. Se Carlo Calenda, leader di Azione alleata di Italia Viva di Matteo Renzi, ha affermato che «Letta ha detto una cosa che non si può sentire. L'obbligo fino ai 18 anni sta nel nostro programma, ma essere costretti a mandare i nostri figli a scuola dalla materna non si può sentire», Matteo Salvini della Lega ha ironizzato: «Sulla scuola Letta ha idee geniali».

La ministra per il Sud Mara Carfagna, di Azione, ha spiegato più dettagliatamente i motivi del «no». «L’idea dell’asilo obbligatorio non solo è in perfetto stile sovietico, ma anche fuori dalla realtà. Lo sa il segretario del Pd che l’offerta di nidi e asili in molti comuni del Sud non arriva al 15% dei bambini residenti? Lo sa che al Sud oltre il 60% delle madri non è occupata né può esserlo per mancanza di asili?». Insomma, la priorità non sarebbe quella di introdurre l’obbligo scolastico, ma quella di risolvere il problema della mancanza di asili, soprattutto al Sud e nelle periferie delle città.

Oggi, in Italia, i bambini iscritti alle scuole dell'infanzia statali e paritarie sono poco più di 1.200.000, vale a dire l'89% per cento del totale. Se venisse introdotto l’obbligo scolastico dai tre anni, altri 150 mila bimbi dai 3 ai 5 anni (quindi il restante 11%) frequenterebbero le scuole dell’infanzia. 96 mila di loro verrebbero iscritti nelle scuole statali, e sarebbe necessario inaugurare 4600 nuove sezioni e assumere 8700 insegnanti. Per una spesa (lorda) di 279 milioni all’anno a carico dello Stato. Se il servizio fosse erogato gratuitamente alle famiglie, l’investimento raggiungerebbe i 3 miliardi e 616 milioni all’anno. 

D’altra parte, la tendenza, nel resto dell’Unione Europea, va nella direzione indicata da Letta. In Francia e in Ungheria, i bambini cominciano la scuola a 3 anni, in Irlanda del Nord, Lussemburgo e Grecia a 4, in Inghilterra, Olanda, Austria, Bulgaria e Repubblica Ceca a 5. A 7 solo in Estonia e in Finlandia (che è in controtendenza).

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